Crostata della nonna “light”

Ah la crostata! Con la sua frolla profumata di burro e vecchi ricordi… credo sia uno dei dolci più amati e nostalgici. Chi non ha un pensiero legato a nonne e mamme che, armate di “panetto” burroso, creavano magie?

Io vi propongo una versione per tutti quelli che “oddio il burro no”, “ oddio sono a dieta”, o – povere anime – sono semplicemente intolleranti ai latticini (amici vegani non siete inclusi, qui le uova ci sono).

Ingredienti:

– 2 bicchieri di farina di riso (200 g), 1 bicchiere di farina 00 ( 100 g), un uovo e un tuorlo, 6 cucchiai di olio, 4 cucchiai (100g) di zucchero di canna o di cocco, un cucchiaino di bicarbonato, un limone grattugiato (non trattato), marmellata gusto a piacere fatta in casa (vi posterò la ricetta) o che non abbia una percentuale troppo alta di zucchero (la Rigoni di Asiago è ottima).

Procedimento:

Unite gli ingredienti secchi e formate una conca al centro dove, una volta buttato l’uovo e l’olio, lavorerete a mani nude per formare una palla dal composto liscio e non appiccicoso (se si sbriciola aggiungete un altro cucchiaio di olio).

Ponete la palla avvolta nella pellicola in frigorifero per una mezz’ora (ma se avete fretta andate a fare pipì e lasciatela risposare almeno 5 minuti per meditare).

Premessa: ci sono varie scuole di pensiero, dove da una parte la crostata deve avere rigorosamente le “strisce”, mentre dall’altra vige l’anarchia e ognuno può abbellirla un po’ come gli pare. Senza il burro la frolla è meno disciplinata, quindi vi sconsiglio le strisce per la vostra salute mentale, perciò una volta stesi i 2/3 della pasta su carta forno e posizionata su una tortiera di 22/24 cm siate fantasiose. Io solitamente uso delle formine da biscotto e mi diverto pure un sacco!

Pubblicato da valentinarasoli

Mi chiamo Valentina, le passioni della mia vita sono il cibo, i viaggi e l'eleganza in ogni sua forma. Cucinare mi rende felice, così come mangiare e scoprire nuovi posticini per assaggiare ogni tipologia di cucina. Viaggiare per me è come un'avventura, un'esperienza. Ogni cultura è un patrimonio che va scoperto e approfondito, soprattutto quello enogastronomico. Adoro i prodotti del territorio, e le tradizioni legate ad ogni piatto. Sono un'esteta, e adoro tutto ciò che mi fa brillare gli occhi. Sono laureata in giurisprudenza, anche se non è stata la mia strada; mi occupo di marketing per una nota azienda di prodotti alimentari. Scrivo su Ready, una rivista di cultura ecologica, dove curo una mia rubrica dal nome "Food&TheCity".

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