
Vedere una città come Madrid in due giorni, per alcuni, può essere poco. Per me è invece un giusto compromesso e sapersi organizzare è fondamentale per non lasciare nulla al caso e non perdere troppo tempo.
Partenza da Orio al serio alle 6.30 con volo Ryanair (questo orario mi toglie sempre un po’ la gioia di vivere), colazione al volo e via verso la capitale spagnola (il volo dura circa due ore).
Atterrati vi troverete un aeroporto infinito con tantissimi bagni (questa cosa mi ha lasciata di stucco), ma niente panico armatevi di pazienza e raggiungerete l’uscita senza problemi.
Per raggiungere la città le opzioni sono tappeto volante, taxi o metro. Il primo era esaurito (ahah) il secondo troppo da nababbi, quindi la solita cara vecchia metro è stata l’ideale. La linea metro che collega l’aeroporto di Barajas con il centro di Madrid è la linea numero 8 (di colore rosa) che va dall’aeroporto al capolinea Nuevos Ministerios, con corse dalle ore 6 alle 2 di notte. Il tragitto dura circa 15-20 minuti.
Il nostro alloggio era in posizione molto centrale: Apartamentos Madrid Huertas, un buon rapporto qualità prezzo e un appartamento carino e pulito, stile loft.
La prima tappa è stata ovviamente la piazza principale: Plaza Mayor per poi spostarci, spinti da un certo languorino, al Mercato de Saint Miguel, un classico mercato “ in the city” per un aperitivo o un pranzo veloce: offre tapas di ogni tipo, birra e vino locale in un ambiente allegro e goliardico. Un bocadillo de calamares e un bocadillo chorosa (panini con calamari e prosciutto iberico) ci hanno rimessi al mondo, pronti per scoprire la città.
Ci spostiamo al Museo Reina Sofía: il biglietto costa 10 euro e potrete ammirare opere di Dalì, Miró e soprattutto Picasso, con la sua famosa Guernica.
A pranzo optiamo per La Taberna del Chato (C/ de la Cruz 35 y 8 . Andrés Mellado 88): un localino tipico e informale, dove ordiniamo una miriade di tapas il tutto accompagnato da fresca e ottima sangria. Porco iberico, tartare di steack, pollo fritto, tortilla: piccoli piatti ma grandi nei sapori e nella qualità servita. Con un rapporto qualità prezzo pazzesco: 34,75 euro in due.


Nel pomeriggio il Museo del Prado è la nostra meta: pensiamo sia giusto dedicargli tutto il tempo che merita. Con una collezione di 7.600 quadri e migliaia di sculture, il Museo del Prado espone opere d’arte spagnola ed europea. Accoglie i capolavori di pittori come Velázquez, El Greco, Rubens, Bosch o Goya.
Nel Prado contemplerete opere come “Las Meninas” di Velázquez, il trittico del “Giardino delle Delizie” di Bosch, “Le tre Grazie” di Rubens o “La Maja Desnuda” di Goya. Prezzo del biglietto: 15 euro, ed è gratuito dalle 18 alle 20 tutti i giorni.
A cena ci aspetta l’esperienza del Cocido nello storico Ristorante Malacatin (Calle de la Ruda 5) . Il cocido è un piatto eccezionale. Oltre ad essere delizioso, rappresenta una vera e propria istituzione a Madrid; una pietanza antichissima eppure ancora fortemente radicata nella vita quotidiana del madrileno moderno.
L’esperienza di mangiare un cocido fatto ad arte non dovrebbe mai mancare durante un soggiorno nella capitale. Infatti, persino il modo di servire e mangiare questa pietanza è tutto un rituale, un banchettare di molte portate, lungo varie ore, che rappresenta bene lo spirito gaudente e conviviale del popolo spagnolo, che accomuna anche noi italiani.
È uno stufato a base di ceci e vari tagli di carne, e verdure. Tutto viene cotto nel brodo per varie ore e poi servito in varie portate. Si inizia con il brodo e si conclude con le carni, tra cui la coscia di janbon. Poi ogni ristorante, ogni famiglia ha la sua personale ricetta.


Sinceramente non ho apprezzato la quantità della portata: nessuno e dico nessuno riuscirebbe a mangiarne più della metà, anche la cameriera (italiana) mi ha confermato la cosa giustificando il fatto dicendomi che il tutto poi viene riutilizzato per la preparazione di altri piatti, cosa che mi ha lasciata un po’ di stucco. Lo spreco in generale non mi piace, soprattutto quello di cibo. A parte ciò qualità/prezzo ottima e location caratteristica e fuori dal caos turistico.
L’ indomani non potevamo farci scappare la colazione domenicale del madrileno medio, ovvero i churros, bastoncini di pastella fritta serviti con una tazza di cioccolata calda in cui “intingerli” e goderne ogni morso. Noi abbiamo provato quelli della Chocolateria san Ginés, pasticceria storica (e anche un po’ turistica) della città.

Dopo colazione, prima delle 10 (per evitare code alla biglietteria) eravamo già in prima fila davanti al Palazzo Reale per la visita delle sue sale (prezzo intero 15 euro); dirimpettaia, invece, maestosa la Catedral del la Almudena, cattedrale gotica della città che merita un ingresso.

Per uno spuntino, o come nel nostro caso un aperitivo, da non perdere Il museo de Jamon, un vero e proprio oracolo del famoso prosciutto spagnolo (panini a 2 euro).

Una passeggiata al parco El retiro è quindi d’obbligo! E se siete romantici un giro in barca sul lago suo artificiale… aspettatevi lunghe code, ma armatevi di pazienza.
Consapevole del fatto che la paella non sia un piatto madrileno, ma valenciano o catalano, ho voluto comunque provare anche qui il famoso piatto spagnolo. Perché avete mai visto un tedesco che viene in vacanza in Italia e non se magna una carbonara? Che sia a Roma, a Palermo o a Bolzano? Il bar La Gloria la domenica (su ordinazione e dopo le 15) offre ai suoi ospiti la paella, che però, come mi aspettavo non mi ha entusiasmata. Molto buone invece le tapas, soprattutto il crostone con merluzzo affumicato.
Il mio saluto alla città: adios Madrid…