
Quando si parla di recensioni si pensa subito alla famosa piattaforma che racchiude milioni di opinioni su viaggi, alberghi, ristoranti e varie attività. Tutti la conosciamo e per molti (moltissimi) è diventata ormai una sorta di Bibbia, un guru telematico a cui affidare il futuro delle proprie vacanze, dei pasti fuori casa e di tante disparate attività.
Per scrivere una recensione su Tripadvisor è necessario dichiarare che questa è unicamente frutto della propria esperienza personale, e che non si ha alcun rapporto professionale o commerciale con il recensito né, tanto meno, si è stati pagati per scrivere la stessa.
Ed è qui che vorrei soffermarmi : “esperienza personale“ . Ognuno è libero di esprimere la propria opinione e la libertà di pensiero è insindacabile, ma siamo proprio sicuri dell’attendibilità delle opinioni che leggiamo ogni giorno? La loro influenza è sana e concreta o è solo frutto di consumatori sconosciuti il cui curriculum di vita non è menzionato in nessun angolo del web?
La sottile linea tra oggettivo e soggettivo diventa ancora più fine quando ignoranza, rancore ed euforia intervengono, per non parlare dei cosiddetti “gufo”. Ossia profili falsi che scrivono recensioni fitte di calunnie e maldicenze nei confronti dei soggetti presi di mira.
Anche le guide più famose si fondano su recensioni e opinioni, operate però da professionisti che hanno criteri specifici e retti da studi ben articolati.
Gratius ex ipso fonte bibuntur aquaer, verrebbe da dire.
Ovvero: “L’acqua si beve più volentieri se la li attinge dalla fonte”…
Siete d’accordo?