Un paio di weekend lunghi divisi tra il Chianti, la val d’Orcia e la strada del Sagrantino in Umbria.

Cultura, paesaggi pazzeschi, cantine e cultura gastronomica da premio. Un meraviglioso itinerario alla scoperta delle meraviglie del centro Italia.
Febbraio, sera di San Valentino: partiamo in direzione Firenze per spezzare il viaggio e goderci una cena in autogrill nella serata più romantica dell’anno (ironia portami via!). Dopo una notte ristoratrice, ci prendiamo la mattina per una passeggiata in città e visitare gli Uffizi (visti e rivisti, ma è sempre un piacere).

Partiamo quindi in direzione del vicino Chianti per la visita all’ AZIENDA AGRICOLA ALTIERO, a Greve in Chianti. Dopo la visita alla cantina, si parte con la degustazione dei loro vini abbinati a piatti del territorio cucinati direttamente dalla proprietaria, esperienza che ricorderò per sempre e che consiglio vivamente: vista mozzafiato, vino, buon cibo, racconti di vita da parte dei proprietari, che meraviglia!


Ripartiamo, destinazione Umbria. Il viaggio non è breve e io ne approfitto per dormicchiare. Arriviamo a Gubbio in una splendida Villa, adibita a b&b: Villa Montegranelli, in stile liberty, spettrale e affascinante (la prima notte eravamo gli unici ospiti, inquietante ve lo dico).
Per cena ho scelto una tipica trattoria umbra, ruspante e familiare: Trattoria picchio verde, nel centro di Gubbio. Un camino accesso dove cucinare ottimi tagli di carne (filetto consigliatissimo) salumi a Km 0, paste al tartufo e vino rosso della casa pazzesco. Conto onestissimo e servizio adorabile.

L’indomani, dopo una lauta colazione (avevamo il buffet tutto per noi ehehe), ci dedichiamo alla visita di Gubbio: il palazzo dei Consoli, piazza Grande, il Palazzo Ducale e le sue strade medievali tutte da scoprire. Ripartiamo in direzione Montefalco. La strada del Sagrantino con i suoi dolci colli: che meraviglia. Visitiamo la cantina Montioni, anch’essa a conduzione familiare: proprietario gentilissimo e un vino pazzesco. Per pranzo scegliamo poi un posticino carinissimo al centro di Montefalco, Olevm ristorante, dove alla fine di un tagliere di ottimi salumi (ancora siiiii) , un piatto di strangozzi al tartufo (pazzeschi!) e una fetta di crescionda di Spoleto (dolce tipico umbro) abbiamo visitando rotolando lo splendido borgo di Montefalco, per poi ripartire per la successiva tappa.
Ci immergiamo nella sacralità di Assisi, con le sue chiese medioevali, la Rocca, una scenografica piazza comunale e una vista meravigliosa sulle colline umbre già pronte a lasciarsi il lungo inverno alle spalle e attendere l’imminente primavera.
Gubbio e la villa spettrale – ormai animata da turisti arrivati per il weekend – ci attendono. Si cena in un elegante e raffinato ristorante nel centro della cittadina, Porta Tessenaca. Innamorata pazza di una millefoglie di castagne con pecorino e tartufo e il cinghiale stufato in salsa di Sagrantino. Il tutto è stato annaffiato da un rosso dell’azienda Arnaldo Caprai di Montefalco, godibile e corposo.
Il mattino dopo, la vista delle castagnole di carnevale sul buffet della colazione mi ha fatto resuscitare (mangio sempre ciao!), riuscendo a cambiare i piani di viaggio e proporre di “scappare al mare “. La vicina Senigallia, con il suo mare invernale e il sole tiepido: che meraviglia! Un buon pranzo di pesce al Ristorante Da Carlo e si riparte verso casa.
Seconda parte. Novembre, venerdì pomeriggio partiamo con metà la val d’Orcia. Arriviamo a Montalcino in orario aperitivo e dopo una visita alla cittadina adorabile e pittoresca, ci godiamo un immancabile Brunello da Le logge di Piazza, localino nel centro della cittadina dove guastare ottimi vini.
Dopo una veloce doccia in hotel la cena ci attende (evviva). Il ristorante Fonte alla Vena (a San Quirico d’ Orcia) ha tutte le caratteristiche per essere messo nella lista dei posti “prefe della vita”. Semplice, senza fronzoli, elegante nell’anima non negli arredi. Qualità degli ingredienti pazzesca e servizio lodevole. Consigliata la pappa al pomodoro, i crostoni, le paste fresche, e il capocollo di cinta sienese alla griglia. Buon rapporto qualità prezzo.
L’indomani si parte alla volta di Montepulciano, ma nel tragitto ci fermiamo per visitare due località della val d’Orcia: Bagno Vignoni (una frazione di San Quirico d’orcia), borgo meraviglioso con la caratteristica di avere delle terme romane e in particolare una vasca di acqua sulfurea nel mezzo del borgo che crea un’atmosfera romantica mai vista e Pienza, inclusa dall’Unesco tra i patrimoni dell’umanità. Un piccolo capolavoro architettonico dalle forme armoniose, una vera e propria opera d’ arte.
Arrivati a Montepulciano ci dedichiamo immediatamente alla visita delle cantine storiche presenti nel centro della città: le aziende vitivinicole che hanno la loro sede al centro del paese sono una rarità, e quindi una peculiarità di Montepulciano! Esse sono scavate nella roccia della cittadina e nascondono un mondo misterioso e molto affascinante. Nella Cantina Crociani, prenotando, si può effettuare una vera e propria degustazione dei vini principali che la contraddistinguono (Montepulciano Riserva il mio preferito), accompagnata da pane e olio di loro produzione e pecorino di Pienza. Ve la consiglio perché meno commerciale rispetto alle altre cantine della cittadina, Contucci, Talosa, De Ricci, dove senza prenotazione è possibile visitare i locali e assaggiare qualche vino, ma in modo non conviviale come deve essere fatta una visita in cantina.

Pranziamo (sempre prenotando mi raccomando!) alla Vineria di Montepulciano, un localino piccino piccino dove si servono piatti della tradizione e soprattutto i miei amati taglieri a base di salumi, formaggi locali, crostoni e altre leccornie goduriose.

Un massaggio nella spa dell’ hotel (a Chianciano Terme- Hotel Villa Ricci) e una nuotata in piscina mi hanno rimessa al mondo e pronta per affrontare la cena. Un veloce aperitivo al PerBacco e quindi l’Osteria Acquacheta ci attende con la sua confusione sana e becera. Ci troviamo a tavola con un’altra coppia (così come tutti i clienti) e quindi a condividere il tavolo, perché ci spiegano, le tradizioni dell’osteria sono mantenute al 100%, così come bere vino e acqua nello stesso bicchiere! Opinabile, ma contraddire l’oste non è cosa consigliata! Assaggiamo la loro pasta fatta in casa, pici al ragù d’anatra: deliziosi! E a seguire la regina indiscussa: la Fiorentina! Scegliamo un pezzo da 1,6 kg con contorni del giorno e vi dirò che ne avrei mangiata ancora,:valutate bene il peso di una bistecca cruda, perché poi una volta cotta la resa è decisamente minore. Concludiamo con cantucci artigianali e vin santo e un pensiero speciale al nostro fegato 🙂

Un giretto notturno per la cittadina, magica, con le luci di Natale e un silenzio assordante che fa quasi male.
Il giorno dopo, la sveglia è lenta e dopo colazione ci dirigiamo verso Siena. Piazza del campo con il suo palazzo pubblico, il Duomo, i vicoli nascosti e le osterie vecchie e sagge, e il corso ricco di negozi. Pranziamo in un localino che però non vi consiglierò perché non mi ha entusiasmata: Osteria da Trombicche.
Ripartiamo alla volta di Monteriggioni, borgo medioevale che domina su tutto il territorio circostante. Circondato da una cinta muraria perfettamente intatta, affascinò persino Dante Alighieri, che lo citò nella sua Divina Commedia.
Salutiamo la Toscana con un fetta di Panforte (dolce tipico a base di miele e frutta candita ) e…arrivederci!